Domenica 25 maggio i cancelli della storica Villa Trabia si sono spalancati su un tripudio di suoni, profumi e incontri: oltre nove ettari di giardino monumentale hanno ospitato “Afrosiciliana. Volti, colori e sapori delle culture africane in Sicilia”, una giornata interamente dedicata al continente africano e al dialogo con l’Isola. L’evento, organizzato dal coordinamento dei consoli africani insieme a Rotary Club, Comune di Palermo, Associazione Cuochi e Pasticceri e altri partner, è stato sostenuto dalla CNA di Palermo come main sponsor e dal Movimento Cristiano Lavoratori di Sicilia.
Un villaggio interculturale a cielo aperto
Fra ficus secolari e palme giganti sono sorti gli stand di undici paesi: Marocco, Tunisia, Libia, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ghana, Senegal, Eswatini e Zambia hanno esposto artigianato, tessuti, spezie e prodotti tipici, trasformando il parco in un vero villaggio interculturale. Il pubblico—seimila visitatori nel corso della giornata—ha potuto assistere a sfilate di moda, assaggi di street-food, danze tradizionali, tamburinate e cori di bambini africani nati o cresciuti in Sicilia.
Due talk per un ponte economico e sociale
Nel teatro all’aperto di Villa Trabia si sono alternati due momenti di confronto:
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“Imprese siciliane incontrano l’Africa: possibili connessioni”
Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività Produttive, ha annunciato l’intenzione di aprire nuove missioni business-to-business nell’Africa orientale dopo l’esperienza nordamericana, puntando su agritech, energie rinnovabili e automotive.
Il collega comunale Giuliano Forzinetti ha ricordato le misure varate da Palazzo delle Aquile per sostenere PMI e startup, definendo l’interscambio con i paesi africani “complementare, non concorrenziale”.
L’avv. Giada Lupo (Movimento Cristiano Lavoratori) ha insistito sulla necessità di “riconoscerci in una storia comune” più che in logiche di assistenzialismo.
L’imprenditore Domenico Provenzano (CNA) ha proposto percorsi congiunti di formazione professionale per giovani siciliani e africani, ma ha lamentato il gap infrastrutturale dell’Isola.
Infine S.E. Samira Bellali, console generale del Regno del Marocco, ha elencato i settori più redditizi per gli investitori: agricoltura di precisione, turismo sostenibile, energie pulite e grandi opere in vista dei Mondiali 2030.
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“Pace e integrazione”
Curato dal Rotary Club Mondello, il secondo talk ha riunito diplomatici di varie fedi in una simbolica Preghiera della Pace. Antonio Tito, console onorario del Burkina Faso, e l’ambasciatrice Cyrille Ganou Badolo hanno presentato il loro paese come “terra verde” pronta ad accogliere capitali stranieri, rivendicando però un partenariato basato su rispetto e reciprocità.
La voce delle associazioni di categoria
Mario Leone e Pippo Glorioso, rispettivamente vice-segretario e segretario CNA Palermo, hanno spiegato perché l’associazione abbia scommesso sull’evento: aprire mercati alternativi alle micro-imprese siciliane e colmare la carenza cronica di manodopera qualificata, guardando ai giovani africani come risorsa da inserire nel tessuto produttivo locale.
Alessia Billitteri di Utopia srls ha messo l’accento sull’imprenditoria femminile: “Il ponte Sicilia-Africa può diventare leva per infrangere il soffitto di cristallo che penalizza ancora troppe donne”.
Oltre gli stereotipi
Tra workshop, storytelling e degustazioni, la manifestazione ha scardinato la narrazione di un’Africa monolitica legata solo a conflitti o povertà. Si è parlato di crescita economica trainata da gas, petrolio, telecomunicazioni e, soprattutto, delle vaste risorse minerarie—litio, cobalto, terre rare—cruciali per la transizione energetica globale.
Un arrivederci a passo di tamburo
Quando il sole è calato dietro le fronde del ficus magnolioides, i tamburi hanno guidato il pubblico verso l’uscita. L’impressione unanime è di aver vissuto non una fiera etnica, ma l’inizio di un percorso condiviso: pace, cultura e affari possono e devono intrecciarsi.